Ricca di proteine, la farina di grillo può essere utilizzata per produrre tantissimi alimenti, dal pane ai biscotti. Ma come si produce? E quali sono i vantaggi in termini di ecosostenibilità?
Nel mondo sono più di 2 miliardi i consumatori abituali di insetti. È una realtà che ormai non ci sorprende più, ma gli italiani sono pronti a consumare cibi come la farina di grillo? Ci sono coloro che solo a sentirne parlare storcono il naso, molti altri invece trovano che sia una curiosità gastronomica tutta da scoprire.
Dal 24 gennaio, in tutti i paesi dell’Unione Europea, è possibile consumare il comune grillo domestico (Acheta domesticus) sotto forma di macinato secco. La farina di grillo è, a tutti gli effetti, un prodotto commestibile e commercializzabile sul mercato europeo. Si tratta di un ingrediente ricco di proteine che può essere utilizzato per produrre gli alimenti più disparati.
Molti lo definiscono il cibo del futuro, ma sono diversi gli interrogativi che ci si pone su questo nuovo prodotto. Analizziamolo nel dettaglio per capirne di più.
Come viene utilizzata
La farina di grillo domestico è utilizzata per produrre tantissime tipologie di alimenti. Può essere impiegata nella preparazione di pane, pasta, pizza, grissini e crackers, ma anche cibi dolci, come torte e biscotti.
Naturalmente il suo utilizzo prevede l’indicazione obbligatoria nell’etichetta del prodotto.
Proprietà nutrizionali
Povera di grassi e altamente proteica, la farina di grillo è uno di quegli ingredienti che potrebbe entrare presto nel novero dei cibi considerati dietetici. Oltre a un contenuto di proteine, che si aggira intorno al 65%, sono presenti altri componenti nutritivi importanti come ferro, calcio, fibre, vitamina B12 e fosforo.
Dal punto di vista della salute, quella di grilli è una farina sicura, ma deve essere assunta con cautela dai soggetti allergici ai crostacei.
La farina prodotta con i grilli ha un aspetto che assomiglia a quello della farina di castagne o della farina integrale. Il sapore dovrebbe essere simile a quello delle nocciole.
Come si produce la farina di grillo
Iniziamo col dire che questa farina si ricava da esemplari di grilli allevati e non selvatici. Proprio per questo motivo la provenienza della materia prima è controllata e garantita.
Per produrre la farina si utilizzano grilli liofilizzati in particolari forni. Una volta essiccati si procede con la macinatura.
Si precisa inoltre che gli allevamenti europei di grilli seguono standard di sicurezza equiparabili a quelli di allevamenti di altri animali.
La farina di grillo necessita di risorse idriche limitate rispetto alla produzione di altre carni. Anche l’energia e la superficie di terreno necessari per produrre questa farina sono inferiori. È pacifico, quindi, che gli allevamenti di grilli abbiano un impatto ambientale minore rispetto ad allevamenti di animali di grossa stazza.
Ad oggi questa nuova farina rappresenta un prodotto di nicchia, non solo per una questione di gusto personale, ma anche per il costo elevato a cui viene venduta: circa 70 euro al chilo.
Definito da molti “Novel Food“, il cibo prodotto con gli insetti pare essere l’alimentazione del futuro, forse quella che cambierà le nostre abitudini e ci aiuterà a difendere l’ambiente. Ma sarà davvero così?
Leggi anche: Il Kopi Luwak, uno dei caffè più costosi al mondo